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Adolescenti… dormono troppo poco, colpa dei socialnetwork

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a 16 anni dovrebbero essere pieni di energia. E invece gli adolescenti  si trascinano insonnoliti a scuola, le palpebre calano tutta la giornata e  gli occhi si spalancano solo davanti a Facebook o twitter. Perchè? Perche gli adolescenti, e non solo,  dormono troppo poco quasi sempre proprio perché “distratti” dalle tecnologie: internet, cellulari, consolle video, televisione si sono ormai piazzati stabilmente in camera da letto degli under 18 e una buona notte di sonno è ormai una meta irraggiungibile per la maggioranza dei ragazzini.

I giovani fino a 30 anni, sono spesso vittime della “sindrome da sonno insufficiente”, disturbo provocato dalla volontaria riduzione delle ore di riposo Ciò che manca in questi casi è una corretta igiene del sonno: per colpa di cattive abitudini adottate durante la giornata, addormentarsi diventa un’impresa. Alla sera, ad esempio, il sistema nervoso deve “regolarsi verso il basso” per prepararsi al sonno: bisogna scegliere attività rilassanti e sgombrare la testa dalle preoccupazioni, perché tutto ciò che mantiene attivo il cervello allontana il riposo. No quindi a studio, lavoro, attività fisica di sera; bisognerebbe anche bandire dalla camera da letto computer e cellulari, tecnologie “attive” e per questo ancora più dannose di un film visto in Tv.  La sonnolenza diurna è il segnale che non si sta dormendo a sufficienza: ognuno ha bisogno di una certa quantità di ore di sonno geneticamente determinata, per scoprirla basta capire quanto occorre dormire per essere ben svegli ed energici durante il giorno.  Purtroppo molti pensano che dormire abbastanza sia un “optional”: invece chi riposa poco e male rischia di ingrassare, di ritrovarsi con la pressione o la glicemia alta, di sviluppare irritabilità, ansia e disturbi dell’umore. Aspetto da non sottovalutare è il materasso, i ragazzi crescono, cambia il loro peso, la loro altezza e il materasso deve “allungarsi con loro” Realizziamo materassi in lattice, molle singole insacchettate, geoflex, memory anche su misura. Un buon materasso aiuta a dormire bene. visita il nostro sito www.areamobili.com

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INSONNIA TRANSITORIA e INSONNIA CRONICA

 

L’INSONNIA CRONICA
II disturbo cronico o persistente del sonno è, nella maggior parte dei casi, legato a un’alterazione dell’orologio biologico interno.
L’insonnia persistente viene definita anche primitiva o abituale. Questa forma si osserva sovente in soggetti apparentemente sani, per i quali costituisce l’unica forma di malessere. Tuttavia è sufficiente un esame più approfondito perché si rivelino componenti ansiose o depressive. L’insonnia primitiva può presentarsi indifferentemente come insonnia da addormentamento, da risveglio precoce o intermittente, e spesso resiste ai trattamenti di tipo farmacologico.
Se l’insonnia si protrae nel tempo e non è chiaramente riconducibile a fattori esterni perturbanti, è necessario procedere a un’indagine per scoprirne le cause organiche o psichiche.

I sonniferi: un rischio peggiore del male?
Farmaci ipnotici o ansiolitici non vanno assolutamente assunti per automedicazione, ma solo se prescritti dopo accurati accertamenti medici.
A volte, infatti, un’indagine approfondita scopre che l’insonnia grave lamentata dal paziente non esiste. Non è infrequente che persone fermamente convinte di non dormire più di 4 ore per notte risultino, a un esame polisonnigrafico, dormire invece regolarmente. In questo caso, a essere alterato non è il sonno, ma la sua percezione soggettiva e le componenti qualitative. Gli ‘insonni soggettivi’ si riconoscono anche dal fatto che il loro livello di vigilanza diurno è stabile e normale, contrariamente a quello dei veri insonni.
Usare impropriamente i sonniferi presenta un altro rischio: i farmaci che inducono il sonno hanno l’inconveniente di ridurre in modo significativo la percentuale di sonno REM, il che produce un’insonnia soggettiva di rimbalzo; per quanto le ore di sonno effettivo siano vicine o addirittura superiori alla media, la sensazione di spossatezza persiste al punto di indurre l’assunzione di un’ulteriore e più massiccia dose di psicofarmaco, con la conseguenza di aggravare l’insonnia.
Anche la brusca interruzione dell’assunzione di psicofarmaci ipnotici ha un effetto di rimbalzo, che aggrava l’insonnia precedente e la ‘arricchisce’ talvolta di sogni d’angoscia e incubi.

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